Dare il meglio di sè

Dare il meglio di sè

E’ un documento sulla prospettiva cristiana dello sport e della persona umana redatto dal Dicastero per i laici, la famiglia e la vita e ha l’obiettivo di evidenziare il ruolo della chiesa nel mondo dello sport e come lo sport può essere uno strumento di incontro, di formazione, di missione e santificazione.

1) lo sport come luogo di incontro perché unisce persone di ogni livello sociale ed economico con il fine di ottenere un risultato comune.

2) lo sport come veicolo di formazione, nel senso che lo sport si inizia un processo di formazione, soprattutto dei giovani, verso uno sviluppo di virtù come la generosità, l’umiltà, l’allegria, il sacrificio e la costanza.

3) lo sport come mezzo di missione e santificazione. La chiesa è chiamata ad essere segno di Gesù Cristo nel mondo, anche mediante lo sport praticato negli oratori, nelle parrocchie e nelle scuole. Ogni occasione è buona per portare il messaggio di Cristo al momento opportuno e non opportuno.

 

Lo sport può aprire la strada verso Cristo in quei luoghi o ambienti dove per vari motivi non è possibile annunciarlo in maniera diretta. Dare il meglio di sé nello sport è anche una chiamata ad aspirare alla santità; ciascuno vorrebbe dire un giorno come san Paolo, “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede”.

Come disse Papa Francesco, ai membri del comitato Olimpico Europeo, il legame tra la Chiesa e lo sport è una bella realtà che si è consolidata nel tempo, perché la comunità ecclesiale vede nello sport un valido strumento per la crescita integrale della persona umana. La pratica sportiva, infatti, stimola a un sano superamento di sé stessi e dei propri egoismi, allena alo spirito di sacrificio e, se ben impostato, favorisce la lealtà nei rapporti interpersonali, l’amicizia, il rispetto delle regole.

La chiesa ha sempre dialogato con lo sport sin dal Medioevo, ma a portare il dialogo con il mondo dello sport a livelli più alti fu Giovanni Paolo II con il Giubileo del 2000. In seguito all’incontro con ottantamila giovani atleti radunati allo Stadio Olimpico di Roma, decise di creare la Sezione Chiesa e Sport, che dal 2004 ha studiato e promosso una visione cristiana dello sport. Non uno sport cristiano, ma una visione cristiana dello sport.

La chiesa valorizza lo sport in sé, come una palestra di vita in cui le virtù della temperanza, dell’umiltà, del coraggio, della pazienza possono essere interiorizzate e fatte proprie. Lo sport è gioia di vivere, gioco, festa, e come tale va valorizzato e forse riscattato dagli eccessi del tecnicismo e dal professionismo mediante il recupero della sua gratuità, della sua capacità di stringere vincoli di amicizia, di favorire il dialogo e l’apertura degli uni verso gli altri, come espressione della ricchezza dell’essere, ben più valida e apprezzabile dell’avere, e quindi ben al di sopra delle dure leggi della produzione e del consumo e di ogni altra considerazione puramente utilitaristica e edonistica della vita.

Cap 2 Fenomeno dello sport

Lo sport è uno sport universale ed è sempre esistito e a lungo i filosofi dello sport e gli studiosi hanno cercato di dare una definizione adatta allo sport.

1) il concetto di sport legato al corpo umano in movimento, cioè anche se ci sono attività che non prevedono movimento corporeo, in genere lo sport è identificato come una attività di persone che compiono esercizi fisici e di movimento.

2) lo sport è un gioco nel senso che la sua finalità si ritrova in se stesso.

3) lo sport è codificato in regole, gli obiettivi propri dell’attività sportiva non possono quindi essere raggiunti in qualsivoglia modalità, ma è necessario attenersi alle regole del gioco. Generalmente le regole sono destinate a rendere più difficile il raggiungimento del risultato.

4) lo sport è la competizione anche per uno sportivo amatoriale che si allena sporadicamente o per il piacere personale, in quanto anche lui compete con se stesso, cercando di migliorare la propria prestazione.

5) lo sport come competizione strutturata e con regole codificate, garantisce una pari opportunità di partecipazione. Non avrebbe senso avere una competizione, sia essa individuale o di squadra, in cui le condizioni di partenza tra gli avversari siano evidentemente disuguali. E’ per questa ragione che le competizioni sportive sono generalmente distinte per genere, livello di prestazione, classe di età o di peso, gradi di disabilità….

Pertanto, in base a questi cinque elementi potremmo dire che lo sport è una attività fisica in movimento, individuale o di gruppo, di carattere ludico e competitivo, codificata attraverso un sistema di regole che genera una prestazione confrontabile con altre in condizione di pari opportunità.

Cap 3 uno sport per l’essere umano

  • ­Da un lato studi teologici che etichettano come profondamente negativo il mondo materiale e il corpo umano, in quanto associati al diavolo, rispetto al mondo spirituale.
  • Dall’altro la grande voce e il grande pensiero di Giovanni Paolo II che nel 1979 parlando ai calciatori italiani e argentini, approfondì questa controversia, esaltando il concetto dell’unità della persona (cioè UNITA’ DI CORPO, ANIMA E SPIRITO) e sostenendo che lo sport valorizza tutto ciò che contribuisce costruttivamente allo sviluppo armonico e integrale della persona, anima e corpo.

La comprensione di questa unità della persona è anche il fondamento dell’insegnamento della chiesa per cui esiste una dimensione spirituale dello sport.

Per Giovanni Paolo II lo sport pone in luce oltre alle ricche possibilità fisiche dell’essere umano anche le sue capacità intellettuali e spirituali.

Analizziamo alcune analogie che ci consentono di riflettere su tematiche interessanti:

  • LIBERTA’= RESPONSABILITA’. Libertà non è fare ciò che si vuole, ma la libertà implica responsabilità poiché le libere scelte di ciascuno impattano sulle relazioni interpersonali.

Nello sport chi non sviluppa questa virtù non riuscirà ad avere continuità nella pratica e non raggiungerà gli obiettivi prefissati.

RIFLRSSIONE= lo spirito cristiano sulla libertà si applica allo sport per il fatto che la libertà permette agli uomini di fare con discernimento scelte e sacrifici, anche quando questi richiedono di passare attraverso la “porta stretta”.

  • MARATONA= VITA CRISTIANA. Lo sport è impegno, allenamento costante e difficoltà da superare come la vita del cristiano. Riferimento all’ideale di perseveranza
  • LO SPORT FONDATO SU COLLABORAZIONE E RISPETTO DI REGOLE. Collaborazione è la base della competizione ed è per questo che lo sport è l’opposto della guerra che si scatena quando le persone credono che la cooperazione non sia più possibile e quando viene a mancare l’accordo sulle regole fondamentali. Nello sport l’avversario è un partecipante al contesto, non un nemico da annientare. Aiuta la competizione ossia a fare con forza, sforzarsi insieme per dare il meglio.

RIFLESSIONE= lo sport aiuta le persone a crescere con responsabilità e creatività, divertimento, serietà e rispetto regole. Questo ambiente passa attraverso lo spirito di collaborazione sviluppando il talento e il carattere delle persone.

-SPORT= FAIR PLAY. Il gioco pulito, leale e rispettoso degli altri.

RIFLESSIONE= Gli atleti come esempio di ciò, come educatori sia nello sport che nella vita familiare poiché sono esempi per i giovani di valori elevati quali lealtà, amicizia, spirito di squadra.

ANALIZZIAMO ALCUNI COROLLARI:

1) individualismo e squadra= oggi dove molto diffusa è la mentalità individualistica, dove gli interessi individuali prevalgono sul bene comune, molto bello è il concetto del gioco di squadra dove ogni membro è unico e contribuisce in modo peculiare al gruppo.

2) sacrificio e sport= aiuta gli atleti a formare il proprio carattere in modo peculiare. Possono sviluppare le virtù del coraggio e dell’umiltà, della perseveranza e della fortezza. Nello sport l’esperienza comunitaria di sacrificio può anche aiutare i credenti a capire più profondamente la propria vocazione di figli di Dio. Il compito del cristiano è di accettare e sopportare i sacrifici e le sofferenze, grandi o piccole che siano e, con il sostegno della grazia di Dio, lottare per il regno nella vita terrena e nel mondo che verrà. Con questa convinzione diventa più facile capire cosa San Paolo intendeva quando chiedeva di prepararsi a “combattere la buona battaglia”.

3) sport e gioia= la gioia che si prova nel praticare lo sport, spesso convive e emerge dalle difficoltà e dalle sfide più dure. Le persone praticano sport per il piacere del movimento fisico, per socializzare, per apprendere nuove competenze o per percepire un senso di appartenenza ad una comunità. La gioia in questi casi è il frutto del fare ciò che piace o appassiona.

Come dice Papa Francesco “la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù”, ed evidenzia la centralità della gioia nella vita di un credente, quale dono da condividere con tutti. Allo stesso modo lo sport ha senso fin tanto che promuove uno spazio di gioia da condividere con gli altri.n rispetto+

4) sport e armonia= lo sviluppo armonioso della persona deve essere sempre una priorità di tutti coloro che hanno una responsabilità nel mondo dello sport. La parola armonia si riferisce all’equilibrio e al benessere ed è fondamentale affinchè si possa vivere la vera felicità.

La chiesa nella sua sapienza ci offre una visione molto necessaria a riguardo. Noi siamo chiamati a vivere il nostro sport nello Spirito e con lo Spirito, poiché come disse santo Giovanni Paolo II: “siete dei veri atleti se vi presentate assumendo continuamente le dimensioni spirituali della vostra persona per uno sviluppo armonioso di tutti i talenti umani”.

5) sport e coraggio= la chiesa, con Tommaso d’Aquino, ha insegnato che il coraggio rappresenta la via di mezzo tra la codardia e la spericolatezza. Essere coraggiosi significa fare la cosa giusta e così nello sport

6) sport e uguaglianza e rispetto= ogni persona è stata creata a immagine e somiglianza di Dio e ha diritto a vivere la propria vita con dignità e ad essere trattato con rispetto, ma l’uguaglianza di diritti non significa omologare e conformare. Al contrario, significa rispetto per le differenze e le diversità delle condizione umane, in merito al sesso, età, provenienza culturale. Questo si applica in modo analogo al settore dello sport, nel senso che lo sport deve promuovere l’uguaglianza, uguaglianza di opportunità tra le persone; è comprensibile poi che ci siano differenze nella prestazione sportiva dovute all’età….

7) sport e solidarietà= la solidarietà all’interno di una squadra sportiva è quell’unità che si crea tra i compagni che combattono insieme per raggiungere l’obiettivo comune, lo sport come strumento per irradiare la società di valori, promuovere l’unità tra popoli, razze, religione e culture.

Cap 4 le sfide alla luce del Vangelo

Ci sono quattro sfide per lo sport del nostro tempo che la chiesa ritiene particolarmente serie. I molteplici soggetti coinvolti negli eventi sportivi, atleti, spettatori, mass media, manager…spingono verso performance sportive sempre migliori e sulla vittoria a tutti i costi anche in modo moralmente dubbi.

Analizziamo i punti critici:

  • Svilimento del corpo= se da un lato lo sport può essere un’esperienza positiva per vivere la propria corporeità, dall’altro può essere ridotto allo stato di oggetto o vissuto solo materialmente. In questo modo i giovani rischiano l’alienazione dai propri affetti, compromettendo la propria capacità di intimità, un importante elemento di sviluppo nella crescita di un giovane adulto.
  • Doping= rappresenta un esempio chiarissimo di come la mentalità della vittoria a tutti i costi abbia corrotto lo sport portandolo alla violazione delle sue regole costitutive.
  • Per combattere il doping e sostenere il fair play nelle competizioni sportive non basta appellarsi alla morale del singolo atleta. E’ un problema più complesso, tutti esercitano una influenza negativa, anche gli spettatori con le loro continue aspettative di miglioramento delle performance.
  • Corruzione= come il doping può portare lo sport alla rovina e sfrutta il senso di competizione dei giocatori e degli spettatori, che vengono deliberatamente truffati e ingannati.
  • Tifosi e spettatori= i tifosi sono una comunità unita sia quando la loro squadra vince, sia quando perde. Ci sono momenti in cui gli spettatori esaltano lo sportivo e altri in cui lo insultano. Questo comportamento può degenerare nella violenza sia verbale che fisica. Squadre, associazioni, scuole…hanno la responsabilità di assicurare che il comportamento degli spettatori rispetti la dignità di tutte le persone.

Cap 5 il ruolo chiave della chiesa

La chiesa come popolo di Dio è legata sinceramente allo sport in quanto una delle realtà umane del nostro tempo. La chiesa sente la responsabilità di fare tutto ciò che è in suo potere per garantire che lo sport sia promosso con umanità e ragionevolezza.

La chiesa vuole impegnarsi attivamente ed essere protagonista nello sport. Essa desidera dialogare con le diverse organizzazioni ed istituzioni sportive per sostenere un processo di umanizzazione dello sport contemporaneo. La CHIESA COME PARTE ATTIVA NELLO SPORT METTENDO A DISPOSIZIONE UNA VISIONE VALORIALE E MORALE CHE POSSA AIUTARE AD AFFRONTARE LE PROBLEMATICHE CHE AFFLIGGONO IL MONDO SPORTIVO, COME IL DOPING, LA CORRUZIONE, LA VIOLENZA DEI TIFOSI…..

Lo sport deve essere al servizio della persona per il suo sviluppo integrale e come afferma Papa Francesco lo sport è parte all’educazione integrale della persona, è opportunità per un percorso formativo globale della persona, PERCORSO CHE COINVOLGE LA TESTA, IL CUORE E LE MANI, CIOE’ CIO’ CHE SI PENSA, CIO’ CHE SI SENTE, CIO’ CHE SI FA.

Sin dalle origini della cristianità lo sport emerse come efficace metafora della vita cristiana: l’apostolo san Paolo non esitò a inserire lo sport tra i valori umani, usandolo come occasione per dialogare con le persone del suo tempo e oggi la chiesa è lo strumento per generare uno sport come momento di incontro, di pace e misericordia tra persone di cultura, religione classe, sesso differenti.

L’impegno della chiesa è spendersi affinché lo sport rimanga un’esperienza capace di dare senso e valore alla vita delle persone, e sia finalizzato alla formazione integrale della persona, al miglioramento integrale delle condizioni sociali e alla costruzione di relazioni interpersonali significative.

I primi educatori sono:

1) i genitori sia nella fede che nello sport. Sono loro che iscrivono i figli, che li incoraggiano, li sostengono…

2) parrocchie o centri giovanili che creano incontri e quindi aggregazione

3) scuole e università

4) società sportive amatoriali

Lo sport è un bene pastorale e necessita di essere promosso come qualità. Lo sport ha proprie regole, una sua specificità, una propria bellezza e ha bisogno di essere promosso garantendo la migliore qualità tecnica e organizzativa lo sport deve essere promosso e praticato nel pieno rispetto della persona e l’atleta non deve essere ridotto a mero strumento usato per raggiungere risultati sportivi. Questo significa che un progetto pastorale deve porre al centro la persona, come un’ammirabile unità di corpo, anima e spirito

Come dice Papa Francesco è importante che lo sport rimanga un gioco. Solo se rimane un gioco fa bene al corpo e allo spirito.

L’ESPERIENZA DELLO SPORT FATTO DI GIOIA, INCONTRO CON LE DIVERSITA’ E COSTRUZIONE DI COMUNITA’, CRESCITA IN VIRTU’, POSSA INSEGNARCI QUALCOSA SULL’ESSERE UMANO E SUL SUO DESTINO E COME ESORTA PAPA FRANCESCO E PROPRIO perché SI E’ SPORTIVI BISOGNA DARE IL MEGLIO E METTERSI IN GIOCO NELLA VITA COME NELLO SPORT. METTERSI IN GIOCO NELLA RICERCA DEL BENE CON CORAGGIO ED ENTUSIASMO E SENZA PAURA.

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